Ciclo di incontri di Geopolitica 2024 – GUERRE IN CORSO.
Luciano Pollichieni
“Questa volta è il nostro turno: le Afriche dentro la Guerra Grande”
Mentre l’Occidente è impegnato sui diversi fronti della Guerra Grande, come l’invasione russa dell’Ucraina e la ripresa della guerra tra Hamas ed Israele, gli Stati africani ballano da soli. Il motore della nuova geopolitica degli stati del continente è quello del soggettivismo africano una presa di coscienza di sé già percepibile nell’arte e a livello accademico e culturale. Approfittando di una serie di congiunture internazionali favorevoli i principali stati africani “soggettivisti” avanzano le loro prerogative a livello internazionale, trasformando il continente da oggetto di geopolitica a soggetto geopolitico. Le grandi potenze faticano ad adattarsi all’ascesa del soggettivismo e cercano di proporre nuovi modelli di cooperazione. In questo conteso si verificano tre macro-tendenze. La prima è la crisi delle grandi potenze e dei vecchi imperi coloniali, la seconda è l’ascesa delle medie potenze che diventano gli alleati prediletti degli stati africani, la terza è quella di una crescente assertività africana che si manifesta o nella ridiscussione dei rapporti di forza con gli altri soggetti geopolitici o nel non schieramento rispetto ai principali conflitti della Guerra Grande. La scommessa del soggettivismo africano è ambiziosa e deve fare i conti con alcuni limiti che caratterizzano il continente in questo momento storico.
Luciano Pollichieni è Analista Senior per la Fondazione Med-Or Leonardo dove si occupa di analisi geopolitiche della regione Sahel e del Corno d’Africa. Collabora sulle stesse tematiche con Limes, per cui si è occupato anche dell’analisi geopolitica dei gruppi jihadisti e di crimine organizzato, è Incaricato di Ricerca per il think-tank Critica dove conduce ricerche sulla geopolitica degli attori non statali. Tra i membri fondatori dello Urban Violence Research Network (UVRN), Luciano ha conseguito un dottorato in Relazioni Internazionali presso l’Università di Nottingham ed è stato invitato a presentare le sue ricerche dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite.