Il conflitto dai capelli bianchi. Storia ed evoluzione del confronto tra israeliani e palestinesi.


Claudio Vercelli: Il conflitto dai capelli bianchi. Storia ed evoluzione del confronto tra israeliani e palestinesi.
I° incontro –  venerdì 21 febbraio 2025 – ore 17.30 –  Unimore, Palazzo Dossetti Viale Allegri 9

Le radici del conflitto arabo-ebraico/israelo-palestinese datano al costituirsi dei primi insediamenti di ebrei sionisti in quella che era la Palestina ottomana, alla fine dell’Ottocento.
La contrapposizione tra la popolazione araba autoctona e la crescente immigrazione ebraica prese tuttavia piena forma solo a cavallo tra le due guerre mondiali. Queste ultime, infatti, ridisegnarono completamente i confini politici, così come quelli culturali e di identità tra popoli e società. I vecchi equilibri mutarono tanto velocemente quanto radicalmente. In Africa ed in Asia i processi di decolonizzazione furono elementi decisivi sia nel formarsi di nuovi Stati come nel definirsi di inedite identità nazionali.

La nascita dello Stato d’Israele, il 14 maggio 1948, si inscrive in questo processo. La terra della Palestina, parte dell’Impero ottomano fino alla fine della Prima guerra  mondiale (1918) e poi assegnata ad un mandato britannico, con la conclusione della Seconda guerra mondiale (1945), fu teatro di una violenta contesa tra quanti volevano costituire su una parte di essa uno Stato ebraico (ossia, dove la maggioranza della popolazione sarebbe stata costituita da ebrei) e i fautori di un suo assorbimento dentro le società arabe, di per sé già esistenti, sebbene non fossero uno Stato, per come noi lo intendiamo ad oggi.

Per risolvere il conflitto tra comunità contrapposte, quello sia civile che armato, si pronunciò l’ONU, nel novembre del 1947, decidendo a favore della divisione in due della terra contesa. Una parte sarebbe spettata al futuro Stato degli ebrei. L’altra, ad uno Stato arabo-palestinese. Di fatto, mentre il primo nacque, il secondo invece non ebbe esistenza. Gli arabi erano convinti che Israele non avrebbe retto all’aggressione militare dei loro eserciti e quindi lo attaccarono. Gli israeliani prevalsero. Non di meno, l’incomprensione ebraico-israeliana delle soggettività arabo-musulmane, fu un fattore non solo esacerbante bensì dirimente nella contrapposizione in corso.

Da allora, il conflitto tra israeliani e mondo arabo, è divenuto uno dei fattori più importanti nello scenario geopolitico mondiale. La contrapposizione è quindi proseguita nel corso del tempo.

Diverse guerre si sono succedute dal 1948 in poi. Particolarmente importante è il quadro determinatosi dal 1967 con la “Guerra dei sei giorni”, quando Israele conquistò molti territori altrui, tra cui la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, abitate solo da popolazione arabo-palestinese. Da quel momento il rapporto tra israeliani e società palestinese, quest’ultima sottoposta al controllo civile e militare della potenza occupante, cambiò radicalmente. Non si trattava più del contrasto tra Stati arabi e israeliani bensì del rapporto tra questi ultimi e la società palestinese, che aveva nel mentre assunto una fisionomia sua propria, del tutto autonoma dal resto dello stesso mondo arabo.

Un popolo indipendente era quindi, nel mentre, nato. Erano i palestinesi. La Cisgiordania (e anche Gaza, almeno entro il 2005, anno del ritiro delle truppe dello Stato ebraico), da allora fino ad oggi, sono state invece fatte oggetto di una colonizzazione da insediamento da parte degli israeliani. Sui territori palestinesi, che non costituiscono parte dello Stato d’Israele, dal 1967 in poi si sono infatti costruiti insediamenti ebraici, vere e proprie cittadelle feudali, precluse al resto della popolazione. Lo spazio della Cisgiordania, sempre più spesso, è stato sottoposto ad un’espropriazione di fatto, quella esercitata ai danni della società araba autoctona.

Finché questa diatriba non sarà risolta con la negoziazione, al pari della negazione del ricorso di una parte delle opposizioni palestinesi al peggiore terrorismo contro la società civile israeliana, non ci saranno margini di ricomposizione rispetto a ciò che conosciamo, ad oggi, come conflitto “israelo-palestinese”.