Il Corso sul “Romanzo. La letteratura mondiale contemporanea: GENERAZIONI”
Andrea Ragusa
L’anno della morte di Ricardo Reis e il moto violento delle generazioni
Della data di morte di Ricardo Reis, medico e poeta immaginario annoverato tra i propri “eteronimi” (o “altri da sé”), Fernando Pessoa non lasciò alcuna indicazione. In questo iato si è inserito Jose Saramago, con il suo romanzo O ano da morte de Ricardo Reis (1984), in cui la “vita” del protagonista si protrae per alcuni mesi dopo la morte del suo creatore (30 novembre 1935), permettendo allo stesso Reis di “vedere” gli avvenimenti del 1936, anno cruciale per i destini dell’Europa. La vicenda di Reis, che Pessoa presenta come un epicureo cantore dell’immobilità e dell’inazione, è osservata in una prospettiva storico-critica, dal punto di vista di Saramago, in quanto scrittore impegnato e politicamente attivo. Il romanzo si può certamente leggere come “omaggio” a Pessoa e alla sua genealogia di poeti fittizi, ma soprattutto come dialogo, o persino “scontro” ideale, tra generazioni di scrittori (e cittadini) essenzialmente diverse, poiché mosse da istanze spesso opposte o portatrici di modi profondamente divergenti di osservare lo spettacolo del mondo.
Andrea Ragusa è ricercatore presso l’Università di Parma dove insegna lingua e traduzione portoghese e brasiliana. Si è dedicato in particolare alla teoria della letteratura, agli studi di traduzione e alla linguistica del portoghese. Ha tradotto in italiano opere di Antero de Quental, Fernando Pessoa, José de Almada Negreiros, Fialho de Almeida e altri scrittori lusofoni, e ha realizzato le versioni portoghesi di Una questione privata di Beppe Fenoglio e dei Pensieri di Leopardi.