«Le donne dimmi, e le storie e gli amori». Le figure femminili nel mondo degli eroi
con Giuseppe Zanetto, Andrea Capra, Cecilia Nobili; letture di Maria Antonietta Centoducati, Franco Ferrari
Le figure femminili nell’epica: ruoli, spazi, funzioni
“La guerra è una cosa da uomini”, dice Ettore ad Andromaca in occasione del loro ultimo incontro, nel VI canto dell’<em>Iliade</em>. Lei, nel tentativo di convincerlo a essere meno temerario, ha provato a dargli qualche consiglio tattico, ispirato alla prudenza; lui, affettuoso ma perentorio, le ricorda che il compito delle donne è occuparsi della casa, lasciando agli uomini le questioni militari. Ci si dovrebbe aspettare, allora, che nella poesia epica, occupata dalle prodezze degli eroi, la presenza femminile sia del tutto marginale. Ma non è così: le parole di Ettore sono condizionate dal suo orgoglio virile. Omero e Virgilio sanno bene che le donne sono importanti sempre e ovunque, ben al di là dei confini domestici. Non per niente, è per una donna (sia pure di discendenza divina) che si è combattuto a Troia con tanto accanimento. Alla remissiva Andromaca risponde la regina dei Feaci, Arete, che governa il suo popolo con la stessa dignità del re Alcinoo. E a Itaca è Penelope a dettare le regole, riempiendo il vuoto di un marito assente e di un figlio dalla personalità ancora fragile. Didone è una sovrana autorevole, ardita e vincente: solo la spietata azione di Venere ne piega la tempra. E poi ci sono le donne padrone assolute della loro casa, come Circe e Calipso. Insomma, nel mondo degli eroi non accade nulla che sfugga al controllo, più o meno discreto, di uno sguardo femminile.